mercoledì 30 novembre 2011

Elettra Cipriani. Esplosione di terra e di fuoco nella sua ultima mostra: Terre Corrotte

Lapilli. Terracotta, ingobbi, smalti, lava

Una pioggia di lapilli per la mostra di Elettra Cipriani. Un viaggio tra i crateri e i fumi dell’Etna, un’emozione da condividere, una tappa interiore. Nella sua ultima mostra a Roma, Terre Corrotte, Elettra presenta il suo nuovo lavoro: “C’è stato un viaggio, in Sicilia. E da subito sono stata travolta dalla forza magnetica di quel territorio. Rapita dall’Etna, dalla sua forza e dalla sua potenza, dai suoi colori e dalla sua magia”. Ed oggi ecco qua le sue nuove opere: Lapilli

Forme intense, raccolte, rivestite con i toni del fuoco e della lava, del cielo e delle pietre laviche; forme modellate dalla natura, sorrette da quelle che possono essere definite “stratificazioni” del tempo, geologiche o della mente e chiuse da piccoli coperchi, tappi di lava, nel tentativo di proteggere e tenere al riparo la magia, la forza, l’arte. 

Sembra di vederla, tra i crateri di quell’antico Vulcano, raccogliere pietra lavica, toccare la roccia sputata dal cuore infuocato della Terra e annotare appunti emotivi. E come in un diario di viaggio, Elettra ha raccontato tutto: ha rivelato il fascino dei colori violenti del Vulcano, la seduzione dei profumi e l’incanto di un fenomeno eterno. In questa nuova tappa Elettra non tradisce la sua visione dell’opera:

passa dai suoi più famosi Piatti, ispirati alla figura del cerchio,  forma e simbolo universale ed essenziale,  figura geometrica in cui non è dato distinguere il principio dalla fine e metafora del ciclo celeste, ai più piccoli bozzoli, gusci di terracotta e lava,  archetipi del ritmo millenario della Terra che testimoniano la potenza del Vulcano, origine di quell’esplosione di terra e fuoco che Elettra ha trasformato in ‘arte’.  
E si riconferma ancora una volta, opera dopo opera, mostra dopo mostra, che la contaminazioni tra terra e fuoco, nella poetica di Elettra, è urgenza assoluta e libera. E non smetterà mai di sorprenderci. (Jasmine Pignatelli)

Elettra Cipriani. LAPILLI. Terracotta, ingobbio, smalto e lava
















Elettra Cipriani. Terre Corrotte. Presso 'Il Laboratorio' Roma, via del Moro, 49. Fino al 4 dicembre 2011



giovedì 13 ottobre 2011

Urban New Deal. La scultura sostenibile

Viterbo. Palazzo dei Priori dal 13 al 20 Ottobre 2011. I lavori esposti ispirano e suggeriscono una visione locale e globale dell'ambiente agendo come catalizzatori di un nuovo approccio progettuale e artistico sulle questioni della sostenibilità. Group Show: Riccardo Monachesi, Jasmine PignatelliAntonius Höckelmann, Frank Dornseif, Mutsuo Hirano, Franz Ferdinand Wörle, Silvia Serenari, Rainer Bonk, Dacia Manto, Francesco Varesano, Dario Tironi, Koji Yoshida. A cura di Davide Sarchioni.


'Pneuma' Riccardo Monachesi
Sono invitata ad esporre delle opere in questa mostra. E mi si chiede un’opera che sigilli un nuovo patto con l’ambiente, un nuovo accordo urbano. Che risponda ai temi della sostenibilità e dell’ecologia. Mi aggiro per le stanze del Palazzo dei Priori di Viterbo cercando tra quegli ambienti carichi di storia e di affreschi, una ‘postazione’ per i miei lavori. 
L’operazione è alquanto complessa, il luogo ha il sopravvento su tutto, ma l’allestimento delle opere, mie e degli altri artisti invitati, inizia a dare i suoi frutti. Le opere sono molto diverse tra loro, affrontano il tema in modo disinibito. 
Rainer Bonk
Sento parlare di riciclo, rifiuti, dialogo, biodiversitàparole d’ordine che ispirano gli artisti ma che poi vengono superate dalle opere stesse che, come in un comizio d’amore, dichiarano e urlano l’universalità dell’arte su questi temi: qui l’arte parla una lingua leggera per sollevarci dal peso del mondo e dalle sue contraddizioni, dai suoi limiti e dai suoi pericoliL’arte ci salva, ci educa alla bellezza, alla qualità del pensiero e della vita e soprattutto educa i nostri nuovi comportamenti. E quindi Bellezza… e quindi, un nuovo patto tra l’arte e l’ambiente. 


'Semi' Jasmine Pignatelli
Le stanze del Palazzo prendono vita man mano che si disimballiamo le opere. Continuo il mio sopralluogo attraversando la sala Regia e da uno scuro filtra un raggio di sole che si posa su di un opera di Riccardo Monachesi ancora in fase di allestimento e questa inizia, come per miracolo, a muoversi, a respirare. Il respiro si amplifica insegue e accompagna quello della natura, dei cicli vitali e soprattutto emotivi. 
'Pneuma' Riccardo Monachesi
E chiedo a Riccardo il titolo di questo miracolo e lui mi risponde Pneuma. Pneuma.. il respiro, il soffio vitale, il fiato connesso alla vita. Pneuma respira, si impregna di vita, si gonfia e si riempie di materia. Dialoga con la luce, con il luogo e con il cuore pulsante del nostro mondo. 
Pneuma è al centro di un ecosistema creato e generato in quel punto, in quel momento, in quel luogo, da quell'opera. BellezzaEppoi mi giro e come per incanto ogni opera è al suo posto, quella di Antonius Höckelmann, di Frank Dornseif, di Mutsuo Hirano, Franz Ferdinand Wörle e Silvia Serenari, quella di Rainer Bonk, Dacia Manto, di Francesco Varesano, di Dario Tironi e Koji Yoshida, e anche la mia è al suo posto. Ogni opera ha sigillato il suo accordo ambientale con il mondo che ha creato attorno a sé. (Jasmine Pignatelli) 
Franz Ferdinand Wörle














URBAN NEW DEAL (dal 13 al 20 Ottobre 2011) si sviluppa nell’ambito del convegno nazionale Ecoincentriamoci per l’architettura sostenibile e la riqualificazione dei centri storici ospitato dalla Città di Viterbo. Organizzato dalla piattaforma creativa internazionale EcoArt Project, ideata e guidata da Pino Fortunato.


mercoledì 5 ottobre 2011

Elisa Montessori e Riccardo Monachesi. Venti ceramiche

Sono venti ceramiche in mostra. Sono venti ceramiche realizzate a quattro mani. Sono venti ceramiche acquisite dalla Galleria Nazionale di Arte Moderna di Roma e destinate al Museo Boncompagni Ludovisi. E sono bellissime. Nella mostra appena inaugurata si racconta di questa acquisizione e dell'incontro di due amici e artisti: Elisa Montessori e Riccardo Monachesi
Sulle forme modellate da Monachesi e plasmate con le sue tipiche morbidezze e i suoi ruvidi strappi d'argilla, interviene la Montessori con smalti e decori delicati ma che non comtemplano ripensamenti e indecisioni. La scultura di Riccardo e la pittura di Elisa. 


E infatti queste opere sono il risultato di un’amicizia. Loro si conoscono, scherzano, ridono, sono persone acute, colte e di spirito e sembra che con questi lavori si concedono ad un confronto che supera il binomio oggetto-decorazione. 
Le opere vivono del carattere dei 2 artisti. E' una gara, piuttosto un gioco nel rincorrere le proprie capacità stilistiche, tecniche e artistiche dove però nessuno vince, nessuno emerge: il risultato è di pura coesione!! 

Però il traguardo arriva... le loro 20 opere da oggi si confronteranno con la collezione di ceramica custodita al Museo Boncompagni Ludovisi che contempla bellissimi esemplari a partire dai primissimi anni del XX secolo. 
La mostra è a cura di Mariastella Margozzi. A Roma, al Museo Boncompagni Ludovisi fino al 6 novembre 2011. (Jasmine Pignatelli)


domenica 18 settembre 2011

ANEMOS. Il 'soffio vitale' nella scultura di Mirna Manni

Così filano le Parche
Sono alla mostra di Mirna Manni e mi soffermo davanti l’opera più emblematica e centrale, ‘Così filano le Parche’: dei bozzoli in argilla, sospesi nell’aria, gonfi, carichi di soffio vitale. Poi sempre più in basso il bozzolo sfiorisce, secca, invecchia, muore, restituisce il soffio vitale e si abbandona, sgonfio, sulla terra nuda. Tutt’intorno altri bozzoli in metamorfosi, semi in esplosione, nidi rigonfi sospesi, metafora dell’inesorabile divenire. Guardando quest’opera mi sono trovata davanti al racconto di un viaggio: quello del Tempo, “oscillazione tra la memoria e l’esistenza umana”, che genera e consuma la vita. E come per tutti i viaggi, nell’infinito della ricerca artistica, Mirna si avventura. Si avventura nel Mito e incontra quelle tre Parche che tessono il destino dell’uomo tra il nascere e il morire. Le osserva mentre la prima fila il tessuto della vita, la seconda dispensa i destini, e la terza, l'inesorabile, taglia il filo della vita al momento stabilito. Le loro decisioni sono immutabili, neppure gli dèi possono cambiarle. 


Ma è qui che Mirna si ferma e costruisce l’opera: sulla soglia del mistero indecifrabile tra la vita e la morte, nel passaggio tra i bozzoli gonfi e quelli svuotati, cerca una qualche rivelazione che non abbia una sola e definitiva interpretazione, che non abbia una sola metafora. Con la materia, con l'argilla, con il fuoco e con la manipolazione Mirna sfida le Parche, si fa creatrice e ferma lo sguardo mentre tutto attorno a lei si muove. E ascolta… ascolta il 'respiro', il soffio vitale, il lievito della vita: ANEMOS. Mirna in quest’opera racconta non del viaggio inesorabile e crudo della vita, ma del movimento della vita, della creatività che pulsa e della memoria che sopravvive.
(Jasmine Pignatelli)


ANEMOS. Sculture in ceramica di MIRNA MANNI.
MAGAZZINI DELLA LUPA. 
  • Via della Lupa, 10
  • 01017 Tuscania, Italy
La mostra resterà aperta fino al 25 settembre tutti i pomeriggi 16.00-19.00, la domenica 11.00-13.00 e 16.00-19.00. Per info: 0761443239, mail: magazzinidellalupa@libero.it

lunedì 29 agosto 2011

La Ceramica e la Biennale dei Padiglioni Regionali

Simone Negri

Esiste una biennale parallela che ha sorpreso tutti. Una Biennale che contro tutte le aspettative ha di fatto annientato quell’onda polemica (compresa la mia diffidenza iniziale) che aveva gridato allo scandalo per la decisione di Sgarbi di creare dei Padiglioni Regionali invitando artisti a go-go in una totale confusione di nomi, date, location, mezzi, ecc. E voglio anche sorvolare sulle questioni tecniche, di allestimento, di organizzazione ecc. E’ chiaro che una Biennale non può essere gestita così, non può essere svilita in quel modo solo per far numero (ad oggi mancano i cataloghi, le cartelle stampa, ridicole le suddivisioni per generi, le didascalie sulle opere sono insufficienti, mancano le date di nascita degli artisiti… fondamentali se si vuol fare una ricognizione nell’arte italiana).

Rita Miranda
Ma non importa, si farà meglio la prossima volta: sì, perché a questo punto spero in una prossima volta. Negli spostamenti estivi, nelle vacanze di tutti, nei viaggi in lungo e largo per l’Italia è stato divertente attivare i tomtom, cercare sui nostri IPhone le mappe e rincorrere gli orari di chiusura di queste mostre sparse per il territorio… entrata libera per giunta!!!

Silvia Calcagno
Bene. Finalmente una possibilità per tanti artisti, giovani e non, di mestiere o ancora alle prime armi, di essere invitati a sorpresa, di mettersi alla prova in una mostra collettiva (le più formative a mio parere) e di aver trovato una porta aperta nell’ostile e difficoltoso ‘sistema’ dell’arte e delle gallerie.

Antonella Cimatti
Ma ancor più (ed è per questo che pubblico questo articoletto) sono felicemente sorpresa perché è stata data una possibilità espositiva anche ai ceramisti. La ceramica dei ‘ceramisti’ ha trovato finalmente spazio in un circuito che vedeva la ceramica dei 'ceramisti' un’espressione più legata all’artigianato che alle arti visive (senza nulla togliere all’artigianato): figlia e non sorella dell’arte! E qui abbiamo finalmente smentito i luoghi comuni, qui la ceramica ha dato il meglio di sé. Pubblico le immagini di Rita Miranda (Umbria), concentrata, elegante, leggera: “Oggetti che vogliono esprimere armonia, equilibrio, proporzione”. Pubblico l’opera di Simone Negri (Lombardia) ‘Indimenticabile Fuoco’: una corteccia dalla forza cruda che avvolge un’anima poetica e  primitiva.
Silvia Calcagno, per la Liguria, presenta un'opera 'Portraits' composta da 360 moduli di grès dove visione e materia si incontrano: è il racconto di un corpo radiografato e infine messo a nudo e contaminato da un video intrappolato tra quelle 360 'caselle'.

Annalisa Guerri
A Roma è esposta 'Drunken Forest' di Annalisa Guerri dove leggerezza e fragilità contrastano con l’inesorabile divenire della vita e delle cose. E poi maestra tra i maestri Antonella Cimatti (Em-Romagna). I nomi non sono pochi e concludo questa pagina con una lista (stilata con l'aiuto di amici) di artisti-ceramisti che hanno partecipato a questa Biennale dei Padiglioni Regionali:  Pino Castagna (Veneto), Alessio Tasca (Veneto), Marino Ficola (Umbria), Rita Miranda (Umbria), Antonella Ciamatti (Em-Romagna), Mirco Denicolò (Em-Romagna), Alessandro Neretti|Nero (Em-Romagna), Ivo Sassi (Em-Romagna), Aldo Rontini (Em-Romagna), Andrea Salvatori (Em- Romagna), Annalisa Guerri (Lazio), Silvia Calcagno (Liguria), Carlos Carlè (Liguria), Adriano Leverone (Liguria), Simone Negri (Lombardia), Gabriella Sacchi (Lombardia), Caterina Lai (Sardegna), Lisa Nocentini (Toscana), Giancarlo Sciannella (Abruzzo), Roberto Montemurro (Puglia) e Tarshito (Puglia).
(Jasmine Pignatelli)

giovedì 23 giugno 2011

The Invisible Touch, Fotografie di Ilaria Prili

In queste pagine mi sono impegnata a sviluppare un discorso intorno all’Arte della Ceramica. Ma credo che per affrontare e sviscerare il tema nella sua totale ‘complessità’, devo innanzitutto stanarla dal suo isolamento. E più rifletto su quello che devo scrivere o raccontare e più mi accorgo che la Ceramica non deve parlare alla Ceramica. La Ceramica deve essere sorella, e non figlia, di un universo più completo che parla la lingua della scultura, della pittura e delle arti tutte. 

E allora perché la fotografia? Perché Ilaria Prili? Perché Ilaria, nelle sue fotografie si comporta da scultrice. Perché le sue immagini sono forma e materia pura. Perché lei ha deliberatamente intitolato il suo libro “The Invisible Touch”, quel tocco invisibile che i ceramisti conoscono molto bene: atto creativo e misura della Visione.

Lei è scultrice perché crea l’immagine, non si limita a registrarla. Scultura perché in queste fotografie si riconosce un istinto naturale a far dialogare i pieni con i vuoti, le trasparenze con la materia, il peso con la leggerezza. 
Come uno scultore aggiunge e sottrae e si muove intorno a quello che non è più un vestito, una modella, ma un’opera. Il colore prende forma, le ombre si svelano e la luce diventa corpo.
Ilaria cerca ‘il segreto’ in un mondo, quello della moda che, per luogo comune, sembra non averne. 

Il suo occhio entra nella materia e a poco a poco, scatto dopo scatto fa cadere i veli che separano la vista dalla Visione. Quell’occhio esatto ha una misura propria che Ilaria asseconda, una distanza precisa dall’oggetto. 
Assecondare la misura dello sguardo e della visione è una scelta e la scelta trasforma l’operazione del fotografare in LINGUAGGIO e STILE.

Quindi potrà sembrare contorto, ma qualsiasi esercizio dell’occhio umano, qualsiasi manipolazione della materia e trasformazione della Visione in qualsiasi espressione d’arte, può essere un contributo al dialogo che per qualche strano e ingiusto motivo si è interrotto tra la Ceramica, la Scultura e le altre forme d’arte.
(jasmine pignatelli)

“The Invisibile Touch” fotografie di Ilaria Prili.
 Le immagini sono state realizzate dall’autrice durante le manifestazioni AltaRomAltaModa nelle campagne invernali ed estive dal gennaio 2009 al luglio 2010.
Le fotografie sono state esposte nella Galleria "2me SECONDOME" di Roma e per l'occasione è stato pubblicato il libro “The Invisibile Touch” edito da Studio 12.


sabato 18 giugno 2011

Tiziana Rivoni e l'incontro con i Mori



Non sò chi far parlare, a chi dare la parola. Se a Tiziana Rivoni o ai suoi Mori in terracotta. Sono tutti lì schierati, appostati, vigili, a guardia. Tiziana mi ha convinto che sono vivi, che parlano, che interagiscono con lei. E in effetti c'è un chè di magia nell'opera di Tiziana, o forse di stregoneria, o ancora di mitologico. 

E mi racconta dell'incontro con il suo primo Moro... ma bisogna tornare indietro nel tempo, nel mito, nella favola, nella leggenda: "Intorno all'anno 1100, periodo della dominazione dei mori in Sicilia, viveva una bellisima fanciulla. Ella viveva quasi in clausura, trascorreva le giornate coltivando e curando le piante del suo balcone. Un giorno un giovane moro, vide la bella ragazza, intenta a curare le piante, ne rimase invaghito, decise di volerla per se, senza indugio entrò in casa della ragazza e le dichiarò il suo amore. 

La fanciulla, colpita da tanto sentimento, ricambiò l’amore del giovane, ma quando seppe che il moro l’avrebbe lasciata per tornare nelle sue terre in Oriente, dove l’attendeva una moglie con un paio di marmocchi, attese le tenebre e non appena esso si addormentò lo uccise, gli tagliò la testa, ne fece un vaso dove vi piantò del basilico e lo mise in bella mostra fuori nel balcone. Il moro, così, non potendo più andar via sarebbe rimasto sempre con lei"

Tiziana mi racconta questa storia come in trance. Mentra lavora sulle ultime teste di Moro (hombre e mujer) è come ossessionata dalla fisionomia... cerca qualcosa, non smette mai di rifinire, cerca lo sguardo... e "se lo sguardo non arriva, gli chiudo gli occhi" mi dice. E' ricerca della perfezione, dell'anima o possessività? E non bisognerebbe stupirsi se così fosse. In fondo, la bella fanciulla siciliana, è per possesso che taglio la testa al Moro! 

Tiziana
Rivoni
Di loro Tiziana parla come se fossero animati, come se vivessero in simbiosi l'avventura della manipolazione, della costruzione, della ricerca e, come amanti, anche dell'amore, delle insofferenze e dell'abbandono: "quando vanno via li accompagno e li saluto".  
(Jasmine Pignatelli)

Viaggio nelle Botteghe di Ceramica (1) - POTS di Sebastiano Allegrini

Sebastiano Allegrini
E' un artista. E' un creativo. E' un ceramista. E' Sebastiano Allegrini e la Bottega di ceramica è POTS. E' un ex imprenditore della ristorazione di eccellenza che imparava a usare il tornio nelle cantine del suo ristorante. 
Poi il Giappone, i corsi, gli studi specifici sugli smalti, la lingua giapponese... e infine la scelta! La scelta di seguire il suo istinto e la sua mission: dedicarsi interamente e completamente alla ceramica. Ha chiuso il ristorante e ha aperto uno dei laboratori di ceramica più accoglienti e qualificati di Roma nel quartiere Monti. 

E quindi benvenuti nella Bottega, accolti da Sebastiano alle prese con i suoi allievi. Forni, tornio... e cucina! Non manca nulla. 

Pots. La Bottega
Mentre beviamo un tè (selezionatissimo e di qualità eccellente, come è ovvio che sia!) mi racconta:  "Ho pensato questa Bottega non solo come luogo di produzione e di studio, ma anche come luogo d'incontro e di svago. Qui produciamo sia ceramiche artistiche che oggetti pensati per essere utilizzati quotidianamente. Ceramiche funzionali realizzate in gres o porcellana, tutto ad alta temperatura. Qui la tamperatura a 960° è usata solo per il biscotto". 
Alta temperatura Sebastiano, ripeto sorpresa? "Certo! Ai miei allievi propongo da subito un confronto diretto e immediato con questa tecnica, che richiede una conoscenza specialistica degli smalti". 

Gli smalti in effetti sono autoprodotti e composti perlopiù da materiali sostenibili come la cenere di legna e l'argilla e sono frutto di continue sperimentazioni. 

La Bottega è coloratissima piena di campioni e test di smalti... ma lo devo lasciare a malincuore... Tolto il grembiule corre ad un corso/dimostrazione, da lui tenuto, sul rito della cerimonia del tè

A questo punto non mi manca che tornare per un prossimo appuntamento quando potrò vederlo alle prese con i suoi test sugli smalti in compagnia della sua assistente Annamaria Ronci. 
Sarà istruttivo per tutti!
(Jasmine Pignatelli)



 








Pots, Bottega di ceramica è a Roma in Via in Selci 64.

venerdì 17 giugno 2011

All'Orto Botanico di Roma si parla una nuova lingua: quella dell'ARTE

Fiori Meccano
di Antonio Grieco
Serra Francese
Sono stati 2 giorni pieni di sole, di suggestioni, di incontri e di emozioni. Al Museo Orto Botanico di Roma (che è parte del Dipartimento di Biologia Ambientale della Sapienza) si è inaugurata la prima edizione di ARTE IN ORTO. I prati, i percorsi, le fontane, i boschi di bambù e di felci, i roseti, le serre... tutto parlava una nuova lingua: quella dell'Arte. 
After the Crash
Tra le serre, fuori e dentro si potevano ammirare le opere del progetto Europeo AFTER THE CRASH a cura di Camilla Boemio. Sorprendente il Group Show di questa mostra: Justine Cooper, Wout Berger, Trevor Paglen, Cassander Eeftinck Schattenkerk, Klaus Thymann, Gino De Dominicis, Marek Kvetan, Richard Fajnor, Francesco Patriarca, Donato Piccolo, Emmanuelle Villard, Damir Ocko e Ravi AgarvalIl progetto Europeo vuole eliminare il gap tra scienza e società , avvicinando le giovani generazioni alla scienza creando un interazione con l’Arte e portando ad una migliore comprensione ed ad una esplorazione della scienza attraverso le arti.

In a Secret Garden
Suggestiva la mostra di sculture in ceramica di Antonio Grieco, Sabine Pagliarulo e Jasmine Pignatelli dal titolo IN A SECRET GARDEN. La Serra Francese sembrava aver trovato una nuova vocazione, quella di un luogo intimo e accogliente adatto ad ospitare le opere in ceramica. E infatti lo scrive bene Maria Luisa Acierno nel catalogo che accompagna la mostra: "Le opere e lo spazio intorno… Boccioli che richiamano libellule, Semi e Radici che vivono sotto la superficie della terra, Fiori animati, smontati e rimontati… sculture ceramiche ed istallazioni per interpretare i segni della Natura e renderli visibili… Ogni opera nasce dal confronto dell’argilla con altri materiali (ferro ossidato, conchiglie, foglie) e proposte in un contesto unico – La Serra Francese dell’Orto Botanico - che diventa per l’occasione luogo privilegiato da cui osservare, attraverso l’Arte e la Natura, il mondo… dentro e fuori di noi". Ma in quello che un tempo fu la residenza di Cristina di Svezia, tra i prati e le palme, le piante rare e gli alberi monumentali, ecco spuntare uno ad uno i danzatori diretti dal coreografo Alessandro Pintus
Divine Delizie
Nella magnificenza del parco eccoli lì, come in un quadro interpretare l'opera di H. Bosch, 'il giardino delle delizie' da cui il nome dello spettacolo DIVINE DELIZIE. 
E' stata una festa per tutti con un angolo del parco dedicato all'Orto dei Bimbi. 



Tutta la manifestazione ha avuto una sua colonna sonora: i concerti di violoncello di L. Shirvani  e uno per flauto e chitarra di A. Cilona e F. Sgalambro, organizzati dal GSAfrica e dedicati al “Progetto Sapienza” sostenuto da medici della Sapienza per l’assistenza sanitaria in Africa. 

Insomma, 2 bellissimi giorni di festa per Roma, con il sostegno e la presenza di tanti amici, vecchi e nuovi, in una cornice insolita e magnifica, quella dei 120.000 mq di giardino ai piedi del Gianicolo, ospitati dal Prof. Carlo Blasi il direttore del Dipartimento di Biologia Ambientale della Sapienza Università di Roma.



mercoledì 2 marzo 2011

Terracolta: i protagonisti. Antonio Grieco

E' stata imperdibile a Roma la mostra, appena conclusa, e che ha tracciato in un sol colpo la storia e lo sviluppo della ceramica nel Lazio dalle origini ad oggi, passando per il medioevo, il rinascimento, il settecento e poi l'ottocento, il novecento fino ad oggi, a noi, ai nosri protagonisti. Nel suggestivo complesso di San Salvatore in Lauro si sono potuti ammirare opere di Emilio Greco, Umberto Mastroianni, Franco Ciuti, Riccardo Monachesi, Antonio Grieco e molti altri che ben rappresentano la complessità della materia/materiale in questione. Il Maestro Antonio Grieco è tra i primi artisti incontrati il giorno dell'inaugurazione.

Les 400 Coups (Scène Finale)



Capolavoro di Truffaut del 1959. È il primo di una serie di film che hanno tutti per protagonista Antoine Doiniel, alter ego del regista, sempre interpretato dallo stesso attore Jean Pierre Léaud.

Francesco Castellani e la visione oltre l'orizzonte

Francesco Castellani
In queste opere il Lebenswelt come Mondo Vitale. Dall'orizzonte alla soglia della visione. Vai a Francesco Castellani