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VIAGGIO NELLE BOTTEGHE DI CERAMICA (1)

POTS di Sebastiano Allegrini


E' un artista. E' un creativo. E' un ceramista. E' Sebastiano Allegrini e la Bottega di ceramica è POTS. E' un ex imprenditore della ristorazione di eccellenza che imparava a usare il tornio nelle cantine del suo ristorante. 
Poi il Giappone, i corsi, gli studi specifici sugli smalti, la lingua giapponese... e infine la scelta! La scelta di seguire il suo istinto e la sua mission: dedicarsi interamente e completamente alla ceramica. Ha chiuso il ristorante e ha aperto uno dei laboratori di ceramica più accoglienti e qualificati di Roma nel quartiere Monti. 

E quindi benvenuti nella Bottega, accolti da Sebastiano alle prese con i suoi allievi. Forni, tornio... e cucina! Non manca nulla. 

Pots. La Bottega
Mentre beviamo un tè (selezionatissimo e di qualità eccellente, come è ovvio che sia!) mi racconta:  "Ho pensato questa Bottega non solo come luogo di produzione e di studio, ma anche come luogo d'incontro e di svago. Qui produciamo sia ceramiche artistiche che oggetti pensati per essere utilizzati quotidianamente. Ceramiche funzionali realizzate in gres o porcellana, tutto ad alta temperatura. Qui la tamperatura a 960° è usata solo per il biscotto". 
Alta temperatura Sebastiano, ripeto sorpresa? "Certo! Ai miei allievi propongo da subito un confronto diretto e immediato con questa tecnica, che richiede una conoscenza specialistica degli smalti". 

Gli smalti in effetti sono autoprodotti e composti perlopiù da materiali sostenibili come la cenere di legna e l'argilla e sono frutto di continue sperimentazioni. 

La Bottega è coloratissima piena di campioni e test di smalti... ma lo devo lasciare a malincuore... Tolto il grembiule corre ad un corso/dimostrazione, da lui tenuto, sul rito della cerimonia del tè

A questo punto non mi manca che tornare per un prossimo appuntamento quando potrò vederlo alle prese con i suoi test sugli smalti in compagnia della sua assistente Annamaria Ronci. 
Sarà istruttivo per tutti!
(Jasmine Pignatelli)











Pots, Bottega di ceramica è a Roma in Via in Selci 64.

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TIZIANA RIVONI e l'incontro con i MORI



Non sò chi far parlare, a chi dare la parola. Se a Tiziana Rivoni o ai suoi Mori in terracotta. Sono tutti lì schierati, appostati, vigili, a guardia. Tiziana mi ha convinto che sono vivi, che parlano, che interagiscono con lei. E in effetti c'è un chè di magia nell'opera di Tiziana, o forse di stregoneria, o ancora di mitologico. 

E mi racconta dell'incontro con il suo primo Moro... ma bisogna tornare indietro nel tempo, nel mito, nella favola, nella leggenda: "Intorno all'anno 1100, periodo della dominazione dei mori in Sicilia, viveva una bellisima fanciulla. Ella viveva quasi in clausura, trascorreva le giornate coltivando e curando le piante del suo balcone. Un giorno un giovane moro, vide la bella ragazza, intenta a curare le piante, ne rimase invaghito, decise di volerla per se, senza indugio entrò in casa della ragazza e le dichiarò il suo amore. 

La fanciulla, colpita da tanto sentimento, ricambiò l’amore del giovane, ma quando seppe che il moro l’avrebbe lasciata per tornare nelle sue terre in Oriente, dove l’attendeva una moglie con un paio di marmocchi, attese le tenebre e non appena esso si addormentò lo uccise, gli tagliò la testa, ne fece un vaso dove vi piantò del basilico e lo mise in bella mostra fuori nel balcone. Il moro, così, non potendo più andar via sarebbe rimasto sempre con lei"

Tiziana mi racconta questa storia come in trance. Mentra lavora sulle ultime teste di Moro (hombre e mujer) è come ossessionata dalla fisionomia... cerca qualcosa, non smette mai di rifinire, cerca lo sguardo... e "se lo sguardo non arriva, gli chiudo gli occhi" mi dice. E' ricerca della perfezione, dell'anima o possessività? E non bisognerebbe stupirsi se così fosse. In fondo, la bella fanciulla siciliana, è per possesso che taglio la testa al Moro! 

Tiziana
Rivoni
Di loro Tiziana parla come se fossero animati, come se vivessero in simbiosi l'avventura della manipolazione, della costruzione, della ricerca e, come amanti, anche dell'amore, delle insofferenze e dell'abbandono: "quando vanno via li accompagno e li saluto".  
(Jasmine Pignatelli)