giovedì 23 giugno 2011

The Invisible Touch, Fotografie di Ilaria Prili

In queste pagine mi sono impegnata a sviluppare un discorso intorno all’Arte della Ceramica. Ma credo che per affrontare e sviscerare il tema nella sua totale ‘complessità’, devo innanzitutto stanarla dal suo isolamento. E più rifletto su quello che devo scrivere o raccontare e più mi accorgo che la Ceramica non deve parlare alla Ceramica. La Ceramica deve essere sorella, e non figlia, di un universo più completo che parla la lingua della scultura, della pittura e delle arti tutte. 

E allora perché la fotografia? Perché Ilaria Prili? Perché Ilaria, nelle sue fotografie si comporta da scultrice. Perché le sue immagini sono forma e materia pura. Perché lei ha deliberatamente intitolato il suo libro “The Invisible Touch”, quel tocco invisibile che i ceramisti conoscono molto bene: atto creativo e misura della Visione.

Lei è scultrice perché crea l’immagine, non si limita a registrarla. Scultura perché in queste fotografie si riconosce un istinto naturale a far dialogare i pieni con i vuoti, le trasparenze con la materia, il peso con la leggerezza. 
Come uno scultore aggiunge e sottrae e si muove intorno a quello che non è più un vestito, una modella, ma un’opera. Il colore prende forma, le ombre si svelano e la luce diventa corpo.
Ilaria cerca ‘il segreto’ in un mondo, quello della moda che, per luogo comune, sembra non averne. 

Il suo occhio entra nella materia e a poco a poco, scatto dopo scatto fa cadere i veli che separano la vista dalla Visione. Quell’occhio esatto ha una misura propria che Ilaria asseconda, una distanza precisa dall’oggetto. 
Assecondare la misura dello sguardo e della visione è una scelta e la scelta trasforma l’operazione del fotografare in LINGUAGGIO e STILE.

Quindi potrà sembrare contorto, ma qualsiasi esercizio dell’occhio umano, qualsiasi manipolazione della materia e trasformazione della Visione in qualsiasi espressione d’arte, può essere un contributo al dialogo che per qualche strano e ingiusto motivo si è interrotto tra la Ceramica, la Scultura e le altre forme d’arte.
(jasmine pignatelli)

“The Invisibile Touch” fotografie di Ilaria Prili.
 Le immagini sono state realizzate dall’autrice durante le manifestazioni AltaRomAltaModa nelle campagne invernali ed estive dal gennaio 2009 al luglio 2010.
Le fotografie sono state esposte nella Galleria "2me SECONDOME" di Roma e per l'occasione è stato pubblicato il libro “The Invisibile Touch” edito da Studio 12.


sabato 18 giugno 2011

Tiziana Rivoni e l'incontro con i Mori



Non sò chi far parlare, a chi dare la parola. Se a Tiziana Rivoni o ai suoi Mori in terracotta. Sono tutti lì schierati, appostati, vigili, a guardia. Tiziana mi ha convinto che sono vivi, che parlano, che interagiscono con lei. E in effetti c'è un chè di magia nell'opera di Tiziana, o forse di stregoneria, o ancora di mitologico. 

E mi racconta dell'incontro con il suo primo Moro... ma bisogna tornare indietro nel tempo, nel mito, nella favola, nella leggenda: "Intorno all'anno 1100, periodo della dominazione dei mori in Sicilia, viveva una bellisima fanciulla. Ella viveva quasi in clausura, trascorreva le giornate coltivando e curando le piante del suo balcone. Un giorno un giovane moro, vide la bella ragazza, intenta a curare le piante, ne rimase invaghito, decise di volerla per se, senza indugio entrò in casa della ragazza e le dichiarò il suo amore. 

La fanciulla, colpita da tanto sentimento, ricambiò l’amore del giovane, ma quando seppe che il moro l’avrebbe lasciata per tornare nelle sue terre in Oriente, dove l’attendeva una moglie con un paio di marmocchi, attese le tenebre e non appena esso si addormentò lo uccise, gli tagliò la testa, ne fece un vaso dove vi piantò del basilico e lo mise in bella mostra fuori nel balcone. Il moro, così, non potendo più andar via sarebbe rimasto sempre con lei"

Tiziana mi racconta questa storia come in trance. Mentra lavora sulle ultime teste di Moro (hombre e mujer) è come ossessionata dalla fisionomia... cerca qualcosa, non smette mai di rifinire, cerca lo sguardo... e "se lo sguardo non arriva, gli chiudo gli occhi" mi dice. E' ricerca della perfezione, dell'anima o possessività? E non bisognerebbe stupirsi se così fosse. In fondo, la bella fanciulla siciliana, è per possesso che taglio la testa al Moro! 

Tiziana
Rivoni
Di loro Tiziana parla come se fossero animati, come se vivessero in simbiosi l'avventura della manipolazione, della costruzione, della ricerca e, come amanti, anche dell'amore, delle insofferenze e dell'abbandono: "quando vanno via li accompagno e li saluto".  
(Jasmine Pignatelli)

Viaggio nelle Botteghe di Ceramica (1) - POTS di Sebastiano Allegrini

Sebastiano Allegrini
E' un artista. E' un creativo. E' un ceramista. E' Sebastiano Allegrini e la Bottega di ceramica è POTS. E' un ex imprenditore della ristorazione di eccellenza che imparava a usare il tornio nelle cantine del suo ristorante. 
Poi il Giappone, i corsi, gli studi specifici sugli smalti, la lingua giapponese... e infine la scelta! La scelta di seguire il suo istinto e la sua mission: dedicarsi interamente e completamente alla ceramica. Ha chiuso il ristorante e ha aperto uno dei laboratori di ceramica più accoglienti e qualificati di Roma nel quartiere Monti. 

E quindi benvenuti nella Bottega, accolti da Sebastiano alle prese con i suoi allievi. Forni, tornio... e cucina! Non manca nulla. 

Pots. La Bottega
Mentre beviamo un tè (selezionatissimo e di qualità eccellente, come è ovvio che sia!) mi racconta:  "Ho pensato questa Bottega non solo come luogo di produzione e di studio, ma anche come luogo d'incontro e di svago. Qui produciamo sia ceramiche artistiche che oggetti pensati per essere utilizzati quotidianamente. Ceramiche funzionali realizzate in gres o porcellana, tutto ad alta temperatura. Qui la tamperatura a 960° è usata solo per il biscotto". 
Alta temperatura Sebastiano, ripeto sorpresa? "Certo! Ai miei allievi propongo da subito un confronto diretto e immediato con questa tecnica, che richiede una conoscenza specialistica degli smalti". 

Gli smalti in effetti sono autoprodotti e composti perlopiù da materiali sostenibili come la cenere di legna e l'argilla e sono frutto di continue sperimentazioni. 

La Bottega è coloratissima piena di campioni e test di smalti... ma lo devo lasciare a malincuore... Tolto il grembiule corre ad un corso/dimostrazione, da lui tenuto, sul rito della cerimonia del tè

A questo punto non mi manca che tornare per un prossimo appuntamento quando potrò vederlo alle prese con i suoi test sugli smalti in compagnia della sua assistente Annamaria Ronci. 
Sarà istruttivo per tutti!
(Jasmine Pignatelli)



 








Pots, Bottega di ceramica è a Roma in Via in Selci 64.

venerdì 17 giugno 2011

All'Orto Botanico di Roma si parla una nuova lingua: quella dell'ARTE

Fiori Meccano
di Antonio Grieco
Serra Francese
Sono stati 2 giorni pieni di sole, di suggestioni, di incontri e di emozioni. Al Museo Orto Botanico di Roma (che è parte del Dipartimento di Biologia Ambientale della Sapienza) si è inaugurata la prima edizione di ARTE IN ORTO. I prati, i percorsi, le fontane, i boschi di bambù e di felci, i roseti, le serre... tutto parlava una nuova lingua: quella dell'Arte. 
After the Crash
Tra le serre, fuori e dentro si potevano ammirare le opere del progetto Europeo AFTER THE CRASH a cura di Camilla Boemio. Sorprendente il Group Show di questa mostra: Justine Cooper, Wout Berger, Trevor Paglen, Cassander Eeftinck Schattenkerk, Klaus Thymann, Gino De Dominicis, Marek Kvetan, Richard Fajnor, Francesco Patriarca, Donato Piccolo, Emmanuelle Villard, Damir Ocko e Ravi AgarvalIl progetto Europeo vuole eliminare il gap tra scienza e società , avvicinando le giovani generazioni alla scienza creando un interazione con l’Arte e portando ad una migliore comprensione ed ad una esplorazione della scienza attraverso le arti.

In a Secret Garden
Suggestiva la mostra di sculture in ceramica di Antonio Grieco, Sabine Pagliarulo e Jasmine Pignatelli dal titolo IN A SECRET GARDEN. La Serra Francese sembrava aver trovato una nuova vocazione, quella di un luogo intimo e accogliente adatto ad ospitare le opere in ceramica. E infatti lo scrive bene Maria Luisa Acierno nel catalogo che accompagna la mostra: "Le opere e lo spazio intorno… Boccioli che richiamano libellule, Semi e Radici che vivono sotto la superficie della terra, Fiori animati, smontati e rimontati… sculture ceramiche ed istallazioni per interpretare i segni della Natura e renderli visibili… Ogni opera nasce dal confronto dell’argilla con altri materiali (ferro ossidato, conchiglie, foglie) e proposte in un contesto unico – La Serra Francese dell’Orto Botanico - che diventa per l’occasione luogo privilegiato da cui osservare, attraverso l’Arte e la Natura, il mondo… dentro e fuori di noi". Ma in quello che un tempo fu la residenza di Cristina di Svezia, tra i prati e le palme, le piante rare e gli alberi monumentali, ecco spuntare uno ad uno i danzatori diretti dal coreografo Alessandro Pintus
Divine Delizie
Nella magnificenza del parco eccoli lì, come in un quadro interpretare l'opera di H. Bosch, 'il giardino delle delizie' da cui il nome dello spettacolo DIVINE DELIZIE. 
E' stata una festa per tutti con un angolo del parco dedicato all'Orto dei Bimbi. 



Tutta la manifestazione ha avuto una sua colonna sonora: i concerti di violoncello di L. Shirvani  e uno per flauto e chitarra di A. Cilona e F. Sgalambro, organizzati dal GSAfrica e dedicati al “Progetto Sapienza” sostenuto da medici della Sapienza per l’assistenza sanitaria in Africa. 

Insomma, 2 bellissimi giorni di festa per Roma, con il sostegno e la presenza di tanti amici, vecchi e nuovi, in una cornice insolita e magnifica, quella dei 120.000 mq di giardino ai piedi del Gianicolo, ospitati dal Prof. Carlo Blasi il direttore del Dipartimento di Biologia Ambientale della Sapienza Università di Roma.