sabato 18 giugno 2011

Tiziana Rivoni e l'incontro con i Mori



Non sò chi far parlare, a chi dare la parola. Se a Tiziana Rivoni o ai suoi Mori in terracotta. Sono tutti lì schierati, appostati, vigili, a guardia. Tiziana mi ha convinto che sono vivi, che parlano, che interagiscono con lei. E in effetti c'è un chè di magia nell'opera di Tiziana, o forse di stregoneria, o ancora di mitologico. 

E mi racconta dell'incontro con il suo primo Moro... ma bisogna tornare indietro nel tempo, nel mito, nella favola, nella leggenda: "Intorno all'anno 1100, periodo della dominazione dei mori in Sicilia, viveva una bellisima fanciulla. Ella viveva quasi in clausura, trascorreva le giornate coltivando e curando le piante del suo balcone. Un giorno un giovane moro, vide la bella ragazza, intenta a curare le piante, ne rimase invaghito, decise di volerla per se, senza indugio entrò in casa della ragazza e le dichiarò il suo amore. 

La fanciulla, colpita da tanto sentimento, ricambiò l’amore del giovane, ma quando seppe che il moro l’avrebbe lasciata per tornare nelle sue terre in Oriente, dove l’attendeva una moglie con un paio di marmocchi, attese le tenebre e non appena esso si addormentò lo uccise, gli tagliò la testa, ne fece un vaso dove vi piantò del basilico e lo mise in bella mostra fuori nel balcone. Il moro, così, non potendo più andar via sarebbe rimasto sempre con lei"

Tiziana mi racconta questa storia come in trance. Mentra lavora sulle ultime teste di Moro (hombre e mujer) è come ossessionata dalla fisionomia... cerca qualcosa, non smette mai di rifinire, cerca lo sguardo... e "se lo sguardo non arriva, gli chiudo gli occhi" mi dice. E' ricerca della perfezione, dell'anima o possessività? E non bisognerebbe stupirsi se così fosse. In fondo, la bella fanciulla siciliana, è per possesso che taglio la testa al Moro! 

Tiziana
Rivoni
Di loro Tiziana parla come se fossero animati, come se vivessero in simbiosi l'avventura della manipolazione, della costruzione, della ricerca e, come amanti, anche dell'amore, delle insofferenze e dell'abbandono: "quando vanno via li accompagno e li saluto".  
(Jasmine Pignatelli)

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