La Ceramica ha da quest’anno un nuovo appuntamento biennale: BACC, la Biennale d’Arte Ceramca Contemporanea, che nasce da un progetto corale tra l’Amministrazione di
Frascati e Contemporanea Associazione
Arte e Cultura. Opere di: Silvia
Calcagno, Elettra Cipriani, Guido De Zan, Fabrizio Dusi, Marino Ficola, Antonio
Grieco, Annalisa Guerri, Massimo Luccioli, Rita Miranda, Riccardo Monachesi,
Simone Negri, Jasmine Pignatelli e Sprout. A cura di Manrica Rotili. Catalogo edizioni IGEO. Scuderie Aldobrandini – Frascati (RM). Maggio/Giugno 2012.
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Bacc | le Scuderie Aldobrandini di Frascati |
Dai tempi dei tempi le caratteristiche culturali e i diversi modi di agire di gruppi umani, di
contesti sociali, di varie forme di espressione è sempre stato soggetto a
etichettature. Una strana e rabbrividente necessità di razionalizzare, serrare
e bloccare qualsiasi idea di nuovo, di diverso o di incomprensibile ha portato
alla creazione di ‘luoghi comuni’ più legati ad una forma di avversione e
razzismo che ad una vera e propria attenta osservazione della realtà. Così gli
ebrei ci vengono presentati come tirchi, i meridionali come approssimativi e
permalosi, i piemontesi come falsi e cortesi. I comunisti mangiano i bambini, a
Milano mangiano risotto e a Frascati vino e porchetta, la pittura è arte e la
ceramica è artigianato.
E’ una disfatta dell’intelligenza e della razionalità incapace di
produrre concetti nuovi ma che propone solo pensieri regressivi.
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Bacc| | pubblico all'inaugurazione. Opera di Fabrizio Dusi |
Forse l’ho presa un po’ alla
lontana ma quello che volevo mettere nero su bianco è che esistono invece delle
realtà locali che propongono idee nuove contro ogni ‘luogo comune’. Se alla
base c’è un pensiero libero e costruttivo anche una piccola iniziativa, una
piccola mostra può diventare il grande contributo a costruire una nuova VISIONE
di modernità e opportunità nel mondo delle arti in questo caso. Frascati (che
non è la terra del vino bianco e porchetta) ha abbracciato il progetto di
portare nel suo territorio un nuovo modo di percepire la ceramica (che non è
artigianato) lontana da quell’abisso che tradizionalmente ha tenuto separato il
regno dell’artigianato da quello dell’arte.
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Bacc | in primo piano opera di Simone Negri |
La piccola mostra si è
trasformata in Biennale d’Arte Ceramica Contemporanea nata da un progetto
corale tra l’Amministrazione di Frascati e le diverse realtà territoriali che
hanno intercettato in questo progetto un’idea di ‘cambiamento’ verso le
inaspettate potenzialità di questo mezzo espressivo, evidenziando il radicale
ampliamento dell’idea stessa di ceramica. Da qui il titolo della mostra
“Materia in Espansione”. Non occorre avere una tradizione, ne essere distretto
industriale o artigiano (da Faenza a Deruta) per condividere l'idea che la
MATERIA è IN ESPANSIONE. E questa Biennale è preposta a dare il giusto risalto
ad una fenomenologia culturale di tutto rilievo.
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Bacc | in primo piano opera di Jasmine Pignatelli |
Allo
stesso modo Manrica Rotili che ha
curato mostra e testo in catalogo puntualizza: La prima Biennale d’Arte
Ceramica Contemporanea di Frascati punta ad inaugurare una tradizione nuova che
dia inizio a nuovi modi di fare e concepire l’arte, mettendo al bando le dogane
dell’arte, reali o metaforiche che siano, e promuovendo un pluralismo artistico
adatto ai nostri tempi”.
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Bacc | opera di Rita Miranda |
Manrica
Rotili parla ancora delle opere, degli artisti, delle Scuderie Aldobrandini
e continua: “Le opere dei protagonisti della prima Biennale d’Arte Ceramica
Contemporanea incarnano un cambiamento importante nella percezione di ciò che
la ceramica può essere e può significare, lontana da quella che è la
connotazione artigianale di questa materia. Silvia Calcagno, Elettra Cipriani, Guido De Zan, Fabrizio Dusi, Marino
Ficola, Antonio Grieco, Annalisa Guerri, Massimo Luccioli, Rita Miranda,
Riccardo Monachesi, Simone Negri, Jasmine Pignatelli e Sprout propongono installazioni
di grandi dimensioni, contaminazioni tra diversi materiali e tecnologie,
sculture visionarie, astratte, estreme al limite della tenuta tecnologica del
materiale. Sono le opere pensate per i prestigiosi spazi delle Scuderie
Aldobrandini (ristrutturate da Massimiliano Fuksas) location ideale
per ospitare la prima edizione di BACC.
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Bacc | opera di Annalisa Guerri |
Proprio come le opere di tutti gli artisti selezionati, le Scuderie Aldobrandini costituiscono infatti un affascinante connubio tra antico e moderno, tra tradizione e innovazione".
BACC è
diventata una promessa. Ha in cantiere altre mostre, concorsi, attività didattiche
e nuove pubblicazioni e ad oggi ha proposto un’avventura artistica e culturale che
ha restituito a questo paese un nuovo ritratto
artistico che finalmente contempla anche la ceramica e insieme a questo una
nuova fotografia di Frascati, territorio di Storia, di giardini, di ville
Tuscolane e di un nuovo fermento artistico.
Dall testo in catalogo di Manrica Rotili, la curatrice della mostra: “Forzando i limiti degli ordini creativi più
tradizionali, violando divieti, inaugurando nuove strade, nuovi connubi,
inedite ibridazioni tra le arti e istituendo corrispondenze inattese tra
percezione e pensiero, il percorso che le opere in mostra suggeriscono è una
sorta di parabola dell’evoluzione della ceramica verso il mondo dell’arte.
Opere come quelle di Massimo Luccioli
ed Elettra Cipriani, sebbene
profondamente differenti per tecnica, composizione e risultato estetico, hanno
in comune la continuità nella tradizione: entrambi sperimentano nel rispetto
della cultura ceramica, pozzo di inesauribile ispirazione. Ma è dal superamente
dell’esperienza e della sapienza tecnica che nascono le loro sculture: lastre
di terra e scudi.
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Bacc | opera di Riccardo Monachesi |
L’interesse
per le forme naturali e per le loro connotazioni spirituali è l’elemento comune
delle opere di Rita Miranda e Annalisa Guerri in cui
natura e tecnica si mescolano generando singolari universi con logiche proprie,
che conservano solo in parte l’imprevedibilità e la caducità dell’elemento
naturale. A confidare nell’imprevedibilità del fumo è Simone Negri. Prediligendo le tecniche di cottura per affumicamento
l’artista lascia un margine di casualità al risultato finale delle sue
sculture, una causalità controllata che si innalza a processo di produzione, in
cui la corporalità e il tempo necessario alla creazione sono chiaramente
iscritti nella struttura dell’opera finita.
Anche
la scultura di Jasmine Pignatelli prende
le mosse dalla forza della natura. La sua ricerca del’invisibile deriva dal suo
riconoscimento del reale, ed è la tensione tra queste due dimensioni a produrre
l’energia della sua arte.
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Bacc | opera degli Sprout
a parete opera di Elettra Cipriani |
La
parabola di BACC prosegue proponendo un percorso che mette sempre più in
discussione le nostre esperienze ordinarie con la ceramica e che tende ad
orientare il nostro interesse oltre che nelle qualità formali delle opere,
anche in quelle narrative che dalle prime possono scaturire.
È
il caso di Antonio Grieco, le cui opere, di forte
potenzialità poetica, incarnano la sperimentazione massima nell’uso e nella commistione di materiali e materia. O delle sculture
di Riccardo Mochesi: una sorta di
“pensieri materiali” che suggeriscono un’equilibrio dinamico tra forma,
contenuto, contesto e significato. L’accattivante simbolismo visivo dell’opera
di Marino Ficola conduce lo
spettatore in una dimensione onirica e straniante suggerendo una riflessione
sul rapporto tra natura e artificio.
Esuberanti
e irriverenti sono le sculture del gruppo Sprout
che, abbinando un rigore intellettuale ad un umorismo sottile, mettono in
discussione sogni e modelli della
società contemporanea rivendicando desideri e stili di vita più naturali e
autentici. Lo stesso interesse per il rapporto arte - società ha condotto Fabrizio Dusi a esplorazioni inventive.
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Bacc | Antonio Grieco e a parete opera di Silvia Calcagno |
Riuscendo a coniugare il linguaggio
della ceramica con la street art e l'illustrazione, l’artista racconta
l’ossimoro di un coro solitario e silenzioso. Se Dusi sottolinea
l’incomunicabilità del conversare quotidiano Guido De Zan nutre fiducia nella comunicazione e crea delle
“figure” dall’impronta antropomorfa che non possono che vivere in coppia. Unite
ai loro simili fino a formare gruppi e famiglie esse si raccontano e si
sostengono a vicenda.
Profondamente
stratificata e prevalentemente autobiografica l’opera di Silvia Calcagno scava
nel dolore della condizione umana. Facendo coesistere mezzi di rappresentazione
diversi l’artista procede per sottrazioni e addizioni dando vita ad una sorta
di scultura “multi-immagine”.
(Jasmine Pignatelli)